La tecnica colturale del farro è molto simile a quella del grano. I principali problemi connessi alla sua coltivazione si hanno in pianura, in terreni fertili, dove le migliori condizioni climatiche e le maggiori disponibilità nutrizionali possono determinare un’eccessiva altezza della pianta nonché la fragilità della spiga, che condiziona sia le operazioni di raccolta che di brillatura. In genere in questi casi si ha una perdita di qualità dei prodotti (minore resistenza alla cottura). Ne deriva la pericolosità di intensificare la coltura del farro in questi ambienti.

Come viene coltivato il farro

 

Avvicendamenti: si inserisce in successione a colture leguminose, per sfruttare la fertilità residua alla loro coltivazione. Essendo dotato di spiccata rusticità, in terreni fertili ed in presenza di ampie rotazioni, il farro può seguire anche la coltivazione di un altro cereale.

Integrazione della fertilità: ha esigenze nutrizionali molto inferiori a quelle degli altri cereali. Un buon livello di fertilità residua del terreno, ottenuto tramite rotazioni colturali, può soddisfare completamente il suo fabbisogno. La precessione con leguminose risolve le esigenze di azoto.

Lavorazioni del terreno: la preparazione tradizionale del letto di semina prevede l’aratura e le operazioni di affinamento. Per i caratteri di accentuata rusticità, è possibile preparare letti di semina grossolani, sostituendo a volte l’aratura con lavorazioni ridotte, come la fresatura e l’erpicatura, soprattutto con la precessione di colture che rinnovano le caratteristiche dei terreni.

Semina: avviene contemporaneamente al grano o leggermente più tardi, a volte fino a dicembre. La modalità di impianto è a file o a spaglio. La densità di semina consigliata è di circa un quintale di semi per ettaro.

Controllo delle infestanti: il farro ha crescita iniziale piuttosto rapida, ed elevata capacità competitiva nei confronti delle infestanti. In molte aree si usa anticipare la semina per permettere alla coltura di coprire velocemente la superficie. Questo rappresenta una caratteristica della salubrità del farro, in quanto non necessita di trattamenti chimici anti-infestanti.

Raccolta: il farro è più tardivo del grano e si raccoglie sino alla metà di luglio. La trebbiatrice deve essere regolata per ridurre al minimo le perdite per rottura e sgranatura delle spighe, molto fragili.